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Aprile 15

Lorenzo Pellegrini, Direttore Gara di Alta Via Stage Race: “Sarà un’edizione indimenticabile!”

Nel 2017 è stato il trail scouting dell’Alta Via Stage Race e quest’anno si gode onori e oneri della sua “promozione” a Direttore di Gara. Lorenzo Pellegrini, classe ’91, è originario di Riccò del Golfo, il paese che ospita la tappa inaugurale della corsa e dove si terrà il prologo dell’11 giugno. Fino all’anno scorso è stato un pro rider cross country, nei primi 10 élite più forti d’Italia, e ha gareggiato fianco a fianco con i pro rider della cross country mondiale nell’UCI World Cup. Per l’edizione 2021 dell’Alta Via Stage Race, ha supervisionato tutto il percorso e si è occupato in prima persona della tracciatura delle tappe in territorio spezzino, compresi nuovi tratti che saranno aperti in anteprima.

Conosciamoci meglio: chi sei e cosa fai nella vita?

«Da oltre 15 anni la mountain bike e l’agonismo sono la mia vita. A oggi i miei impegni principali si concentrano nel mondo della manutenzione e della lavorazione dei sentieri che è sempre stata una mia grande passione, oltre alle competizioni. Faccio parte dell’Associazione Antichi Sentieri Liguri, con la quale ci occupiamo di ripristinare gli antichi sentieri della Val di Vara, sopra le Cinque Terre. Oltre a questo mi occupo, a livello professionale, della manutenzione della rete sentieristica del Parco delle Cinque Terre. Vi aspetto qui a Casoni a scoprire qualcosa di più su di me e a fare qualche pedalata insieme!».

Che cos’è per te la mountain bike e da dove nasce la tua passione?

«Ho iniziato ad andare in bicicletta da sempre. Da ragazzetto mi piaceva scorrazzare per i sentieri intorno al paese e a 12 anni ho scoperto la mountain bike, il modo più bello per godere della natura. A 13 anni ho fatto la mia prima gara, che passava proprio davanti a casa mia a Riccò del Golfo… Amore a prima vista! Iniziata come uno scherzo, la mia carriera è continuata da Juniores, a 17 anni, grazie all’ingaggio in un grosso team. Da lì in poi sono arrivato a partecipare alla Coppa del Mondo per tre anni consecutivi. Oggi i miei impegni sportivi si concentrano nell’Enduro, una disciplina della mtb che sposa la mia filosofia attuale, rivolta anche all’esplorazione. Se per molti anni la mtb è stata dedizione totale allo sport e allenamenti estenuanti, oggi la vivo in maniera più rilassata, anche in chiave escursionistica.»

Che ricordi hai legati all’Alta Via Stage Race?

«Ho fatto da apripista nel 2017 occupandomi sempre del percorso. È stata una gara molto particolare per me, che vengo da un mondo agonistico completamente diverso. L’AVSR è una gara unica, che coniuga l’agonismo con la voglia di esplorazione, l’avventura con il cronometro, permettendo di ammirare paesaggi splendidi con il mare sempre a vista, anche a quote importanti di 1.500/1.600 metri. Un’altra delle caratteristiche che più mi ha colpito è il senso di appartenenza al gruppo che si viene a creare tra i partecipanti, qualcosa di veramente speciale.»

Quali aspetti ti hanno fatto più innamorare di questa competizione?

«La prima cosa che mi salta in mente è la possibilità di misurarsi su diversi terreni che è una cosa molto difficile in una gara di Coppa del Mondo o in altre gare di marathon. È difficile trovare percorsi così polivalenti. In una tappa dell’AVSR si incontrano diversi tipi di terreno e diversi tipi di vegetazione. È una cosa stimolante e formativa per un biker che vuole dirsi completo. Una buona scuola di crescita per i biker che si trovano ad affrontare 4-5 ore di tappa su terreni differenti e che alla fine della corsa portano a casa un’esperienza davvero particolare.»

Perché un atleta dovrebbe scegliere di partecipare all’Alta Via Stage Race?

«Anzitutto perché la gara ti dà la possibilità di misurarti con persone di culture diverse. Quest’anno abbiamo partecipazioni dall’Australia, dal Nord America, dall’Africa e dall’Europa. Un altro punto a favore, come dicevo prima, è la possibilità di affrontare terreni diversi e anche questo è di fondamentale importanza per aspirare ad essere un biker completo. Poi per i panorami unici che si possono scoprire: la Liguria è davvero il paradiso dell’outdoor e AVSR è un’occasione unica per scoprirla da cima a fondo. Da questo punto di vista la gara offre tutto ciò di cui un appassionato di mtb può desiderare. E poi, non ultimo, il senso di aggregazione che si crea. Ho visto situazioni in cui persone in difficoltà venivano aiutate da altri concorrenti, anche se non si conoscevano. È un senso di fratellanza che all’interno di questa competizione è molto vivo e sicuramente arricchisce anche a livello umano.»

Quest’anno sei Direttore di Gara, come vivi questo ruolo?

«Con grande apprensione e senso di responsabilità. Sono un tipo un po’ ansioso (ride). In questi anni di competizioni in tutto il mondo ho accumulato molta esperienza e per me è un onore poter essere utili in una competizione importante come l’AVSR. Non sto più nella pelle, non vedo l’ora di far conoscere ai concorrenti tutto il grandissimo lavoro svolto dalle associazioni qui al Passo dei Casoni e di altre in tutta la Liguria. Questo ruolo è una soddisfazione per me, un traguardo, ma anche un punto di partenza per costruire qualcosa di bello, sicuramente una serie di collaborazioni future.»

Ti sei occupato personalmente della ricerca dei tracciati in territorio spezzino, ci puoi dare qualche anticipazione?

«Sicuramente la preparazione del percorso è la parte che mi ha riguardato in prima persona, insieme al mio amico Andrea Segreti. Posso dire che il prologo del sabato verrà svolto sul percorso ad anello che ho utilizzato nel corso degli anni per provare le gare di Coppa del Mondo. Vi troverete ad affrontare tratti veramente impegnativi e indimenticabili nella valle di Riccò del Golfo. La prima tappa dopo il prologo partirà sempre da Riccò e attraverserà tutto il Parco Nazionale delle Cinque Terre. Per poter fare questo avremo dei permessi speciali e solo chi parteciperà ad AVSR avrà la possibilità di attraversare questo territorio in tranquillità. La tappa finirà al Passo dei Casoni, a 500 metri dall’Alta Via dei Monti Liguri, a oltre 1.000 m di quota in un paesaggio veramente unico. Sarà una tappa dura e bellissima, trattandosi di circa 80 km e 3.000 metri di dislivello. Parte dal mare e arriva in montagna, ma sempre con il mare a vista. Avremo inoltre la possibilità di transitare nel nuovo percorso di XC Olimpico del Cuccaro che è stato studiato appositamente da me per svolgere competizioni di livello nazionale e internazionale e per fare allenare i ragazzi di tutte le età a livelli agonistici. In questo la collaborazione con l’Associazione degli Antichi Sentieri Liguri è stata fondamentale, così come l’appoggio dell’Ente Parco. Senza di loro non ce l’avremmo mai fatta. Tecnicamente sarà una bella prova, con discese molto lunghe e tecniche su single track. Un percorso unico che abbiamo studiato bene per dare il massimo delle emozioni e che richiederà un impegno importante.»

Hai appena concluso la ricognizione, che sensazioni hai provato?

«Il percorso è perfetto. Ci tengo a ringraziare e fare i complimenti a tutti i manutentori. La ricchezza di ambienti, panorami e trail è superlativa. Sarà un’esperienza emozionante per i rider, che potranno cimentarsi su una varietà di sentieri senza pari. E infine è un percorso molto impegnativo, che non regala niente, ma anche questo è il suo fascino.»


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